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Biglietti

La Sagrestia Vecchia

Negli anni Quaranta del XIV secolo, nel pieno di un’epoca storica di straordinaria rilevanza per Siena e per il suo ospedale maggiore, in un clima di grande fermento culturale, religioso e politico, gli spazi assistenziali e religiosi del Santa Maria della Scala vennero ampiamente rinnovati e arricchiti con apparati decorativi, pitture, arredi e cappelle, tanto che l’ospedale divenne uno dei più importanti centri di produzione artistica del primo Rinascimento senese.

Livello IV - Piano 1 dall'ingresso di Piazza Duomo

La Segrestia Vecchia

Negli anni Quaranta del XIV secolo, nel pieno di un’epoca storica di straordinaria rilevanza per Siena e per il suo ospedale maggiore, in un clima di grande fermento culturale, religioso e politico, gli spazi assistenziali e religiosi del Santa Maria della Scala vennero ampiamente rinnovati e arricchiti con apparati decorativi, pitture, arredi e cappelle, tanto che l’ospedale divenne uno dei più importanti centri di produzione artistica del primo Rinascimento senese. È in questo contesto che per volere del rettore Giovanni di Francesco Buzzichelli e del capitolo dell’ospedale, l’ambiente addossato alla chiesa della Santissima Annunziata fu ampliato e in esso fu edificata una nuova sagrestia grande, dove poter meglio collocare ed esporre la preziosa raccolta di reliquie e reliquiari costantinopolitani acquistata dall’ospedale nel 1359, a cui da poco papa Eugenio IV aveva attribuito nuove indulgenze. Fu Urbano di Pietro del Bello, successore di Francesco Buzzichelli, ad occuparsi delle decorazioni, affidando la progettazione e il rinnovamento dello spazio a Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta, uno dei più importanti e fecondi artisti della Siena quattrocentesca. Nel 1437 il Vecchietta realizzò l’Arliquiera, ossia il grande armadio a due ante dipinte destinato a conservare i 'sacra pignora'. Dal 1446 al 1449 si dedicò alle decorazioni della volta e delle pareti dove affrescò un ciclo raffigurante gli articoli del Credo apostolico e gli episodi veterotestamentari ad essi riferibili. La nuova sagrestia venne arricchita da arredi e tessuti sfarzosi, paramenti sacri in velluto e ricami d’oro, perché potesse essere non solo un luogo di conservazione consono alle reliquie ma diventare essa stessa prezioso reliquiario.