Madonna del manto
Nel 1444, Domenico di Bartolo dipinse la Madonna della Misericordia nella Cappella delle Reliquie, divenuta poi luogo di venerazione. Nel 1610, il fresco fu trasferito nella Vecchia Sacrestia. Durante il restauro del 1969, furono scoperti schizzi preparatori e pannelli laterali nascosti.
Nel 1444, Domenico di Bartolo dipinse la Madonna della Misericordia nella Cappella delle Reliquie, divenuta poi luogo di venerazione. Nel 1610, il fresco fu trasferito nella Vecchia Sacrestia. Durante il restauro del 1969, furono scoperti schizzi preparatori e pannelli laterali nascosti.
Madonna del manto
Nel 1444 Domenico di Bartolo, uno degli artisti piu' fecondi e attivi all'interno dell'ospedale, fu incaricato di affrescare una Madonna della Misericordia all'interno della trecentesca cappella delle reliquie che da quel momento assunse la denominazione della Cappella del Manto e divenne luogo di venerazione dell'opera. L'affresco fu collocato sopra la “grathicola di chiesa” da cui si intravedeva il cassone a doppia mandata contenente i sacra pignora acquistati dall'ospedale nel 1359. Nel 1610 l'affresco venne ritagliato e trasferito nella Sacrestia Vecchia, dove trovò collocazione sotto il tabernacolo tardo quattrocentesco, come dimostra anche l'iscrizione sottostante. Sotto il lato destro del manto troviamo la rappresentazione del papa, del rettore dell'ospedale e di esponenti di vari ordini religiosi alla destra della Vergine e dell'imperatore e della comunità laica alla sua sinistra. Nelle figure del papa, del rettore e dell'imperatore è possibile riconoscere Eugenio IV, il rettore Francesco di Giovanni Buzzichelli, promotore dell'intesa attività artistica nell'ospedale degli anni Quaranta del Quattrocento e l'imperatore Sigismondo, personaggi già rappresentati dall'artista negli affreschi del pellegrinaio. Nel 1969, in occasione del restauro, l'affresco è stato staccato dalla parete e ciò ha consentito di scoprire, nascoste in una nicchia, la sua sinopia e le due ali laterali ritagliate durante il trasferimento e la collocazione del dipinto sotto il baldacchino marmoreo. Il disegno preparatorio offre conferma del ricorso dell'autore ad uno schema compositivo della tradizione senese, da Duccio di Buoninsegna ad Ambrogio Lorenzetti.