Sul prospetto del Santa Maria della Scala sono murate quattro antiche iscrizioni che raccontano una parte rilevante della secolare istituzione senese.
La prima è posizionata all'imbocca di via dei Fusari, sopra un'arcata, oggi tamponata, al pianoterra del Palazzo del Rettore, la figura istituzionale che guidò l'ente sin dalle sue origini. La lapide è costituita da un tabella rettangolare di marmo in buono stato di conservazione, che probabilmente fu collocata subito dopo la realizzazione del muro, segnalando la fine dei lavori di costruzione del palazzo, risalente al 1290. Sotto l'epigrafe fu collocata l'insegna araldica della città di Siena, la 'Balzana', uno scudo troncato in senso orizzontale di colore bianco (argento) nella parte superiore e e nero in quella inferiore.
Sull’arco tamponato del Palazzo del Rettore, al di sotto della precedente epigrafe, se ne trova una seconda, anch’essa in marmo ma priva di cornice, recante nella parte superiore la scala, simbolo dell’ospedale, al centro la scritta «Limosine di grano A. D. MDLXXXIIII» e, in basso, l’arme della famiglia Saracini.
La terza iscrizione è affissa sul timpano dell’ultima arcata del fronte ospedaliero verso via del Capitano. Essa, ben conservata e formata da una tabella quasi quadrata di marmo, priva di cornice ed elementi decorativi, ricorda che nel 1298 l'ospedale aprì il grande cantiere per costruire la parte a sinistra della chiesa destinata a casa dei gettatelli e delle balie, cioè all'accoglienza dei bambini abbandonati, i cosiddetti "gettatelli", che già erano in numero di oltre trecento.
L’ultima delle quattro epigrafi antiche presenti nella facciata del Santa Maria della Scala non è leggibile da terra, trovandosi in corrispondenza del primo piano della sezione sinistra del complesso. La lapide, dove sono scolpite la croce e una grande scala, simboli dell’ente, ricorda un ampliamento dell’edificio avvenuto nel 1338, sotto il rettorato di Giovanni di Tese Tolomei, destinato ad ospedale delle donne.