Seicento anni fa, tra il principio di luglio del 1423 e l’inizio di marzo del 1424, Siena e la sua cattedrale ospitarono il concilio generale convocato da Martino V, il papa eletto nel concilio di Costanza che aveva posto fine allo scisma d’Occidente. Il nuovo concilio s’era aperto come previsto a Pavia nella tarda primavera del 1423 e pochi mesi dopo se ne decise il trasferimento a Siena. Anche nella nuova sede l’andamento del concilio, avviato con entusiasmo nell’autunno, incontrò difficoltà e sul finire dell’inverno fu avviato a una precipitosa conclusione, individuando Basilea come sede della sinodo successiva. A lungo trascurato dalla storiografia, il concilio di Pavia – Siena appare oggi alla luce di nuove piste di ricerca un importante elemento di connessione fra gli eventi di Costanza e Basilea nel quadro della quattrocentesca stagione dei concili. L’esigenza di riprendere in mano la ricerca, a quasi mezzo secolo di distanza dall’unica monografia ad esso dedicata, era nelle cose: in occasione del sesto centenario dell’evento, le università di Pavia e di Siena hanno dunque promosso e coordinato due momenti di confronto scientifico, che chiamassero alla discussione alcuni dei maggiori esperti internazionali, per ripensarne le vicende, mettendo fra parentesi i giudizi affrettati su crisi e fallimento che ancora pesano su di esso.
Il convegno, curato da Daniela Rando (Università degli studi di Pavia) e Michele Pellegrini (Università di Siena), vedrà intervenire studiosi e specialisti provenienti dalle più qualificate università europee.
I lavori, che prenderanno il via il 10 settembre alle ore 16.00, si svolgeranno al Santa Maria della Scala (10 e 11 settembre) e presso l’Archivio di Stato di Siena (12 settembre).